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sui Testi del Festival di Sanremo 2023

Un quaderno di appunti scritti a mano, afficati da una copia del Tv sorrisi e canzoni sul Festival di Sanremo

Mentre si apre il Festival di Sanremo, edizione 73, io scorro i miei appunti su quei testi che non so ancora come suonino. E li butto nell’etere per i lettori del blog. Buona lettura!

In sostanza, mi sono segnata i passaggi migliori e peggiori, almeno secondo me.

Non so cosa dicano i vostri appunti, ma i miei mi riportano più cose belle di quanto non ne ricordassi, quindi benone! Edit, l’articolo è stato aggiornato anche dopo aver sentito gli arrangiamenti e le composizioni serali sanremesi, i primi appunti però non sono stati modificati.

I miei top e flop, sulle parole o sui brani a tutto tondo

Anna Oxa, Sali (canto dell’anima)

“mani prive di dignità, votate a Dio”

verso top – qualcuno ha detto ripescare temi semplici come la pedofilia nella Chiesa e quant’altro? Anna Oxa può. Tra l’altro ho letto su Spotify che è la terza albanese più nota nel mondo. Anvedi!

Ariete, Mare di guai

“tutto ciò che amo mi fa sempre paura”

verso top – Visti poi i look delle serate e la musica su cui ha proposto il testo, è veramente lontana dal mio mondo, ma questo verso me lo sono appuntato volentieri. È un sempreverde direi.

Articolo 31, Un bel viaggio

Non so dire come sia stato, per la mia generazione, vedere questi due signori sul palco durante la manifestazione. Quante volte gli avevamo sentito dire che non ci sarebbero mai andati, che non si sarebbero mai omologati? Beh, il giorno è arrivato, e la seconda serata secondo chi scrive avrebbero potuto ricevere anche un premio per i meglio vestiti. I tempi cambiano, o forse no.

Colapesce Dimartino, Splash

“preferisco il rumore dei cantieri infiniti a quello del mare”

verso top – Pezzo che beneficia indubbiamente di venire dopo “Musica leggerissima” e che potrebbe anche sfruttarne ancora una certa spinta. Per il momento è tra le tracce da tenere sott’orecchio. E queste parole, se c’è qualcuno che può comprenderle sono proprio io, che alla riviera, ho preferito la città.

Colla Zio, Non mi va

Doppio memo per me: le nuove leve hanno una dizione tutta loro e dimenticano di disinserire il caps lock su Spotify.

Coma_cose, l’Addio

Sulla carta nulla di straordinario, anzi un’ordinaria storia di separazione e riconciliazione tuttavia l’ho già riascoltata alcune volte, qualcosa c’è. Senz’altro se fossi più riposata saprei anche di che si tratta.

Elodie, Due

“per me le cose sono due / lacrime mie o lacrime tue”

primo verso flop – brrr, che freddo! Questa semplificazione binaria porta la temperatura percepita in giù, quel tanto da farti arrivare un bel brivido.

Gianluca Grignani, Quando ti manca il fiato

“chi sa la verità / mi dica perché faccio fatica […] a smettere di suonare quando la musica è finita”

verso top – Durante l’interpretazione poi è stato coerente riscontrare un soffio diverso nella sua timbrica, un principio di affanno. Uno schizzo di qualcosa che ho concretizzato come una lenta metamorfosi in nient’altro che… Franco Califano. Chi ha visto almeno una delle interpretazioni, spero converrà con me.

gIANMARIA, Mostro

“per non correre nessun rischio / ho occupato uno spazio più piccolo”

verso top – non so dove cominciare a grattarmi per il prurito che mi causa il suo nome d’arte scritto in questo modo, ma il verso che mi sono segnata, riassume l’esistenza di alcune persone che conosco. Occupare spazio è rischioso, prendersi il proprio centimetro quadrato può essere arduo e, visto che su questo blog si parla tanto di fumetto, lascio la piena comprensione di tutto ciò a chi abbia letto V per vendetta e abbia chiaro quando possa essere vitale quel singolo centimetro. Certo, farsi piccolipiccoli può avere il suo senso, ma nelle parole di questo “giovane” trovo si intraveda quanto si possa perdere per stradam ranicchiandosi in un angolo. Non certo il primo brano sulla salute mentale, ma è uno dei primi su cui l’ho notato subito.

Giorgia, Parole dette male

“ogni tanto ti vedo in giro / ma poi non sei tu”

verso top – il brivido di una storia finita rivista nel volto di un passante, che non era altro che un passante, ma che per un momento è stato quell’ex partner che causa ancora una stretta al cuore.

Cugini di campagna, Lettera 22

“[…] tornerai a dirti che ci vuole altro / per convincermi a rinchiuderti / dentro un singhiozzo”

verso flop – mannaggia questa, un’immagine forte, ma terribile. Immaginare una donna annegata in un singhiozzo in cui è stata rinchiusa… deciso contrasto con i completi glitterati, zatteroni e keytar che hanno poi proposto sul palco.

Lazza, Cenere

“mi spegni le luci se solo tieni gli occhi chiusi”
verso flop – sarà che ho fresca nelle orecchie un’espressione poetica come gli occhi a fanale di Ermal Meta, ma questa espressione la trovo particolarmente sconfitta, rispetto alla precedente

Lda, Se poi domani

Se sapevo per cosa stesse “Lda” prima di leggere il Tv sorrisi e canzoni sul Festival? Negativo, è stata tra le sorprese trovate su carta.

Leo Gassman, terzo cuore

“abbiamo contato le stelle come fossero nei”
verso flop – da una persona con tanti nevi vorrei lasciare qui un pensiero a chi dal dermatologo trovi poca poesia nel contare le creazioni della propria pelle e faccia una certa fatica a farne un collegamento ehm astronomico.

“mi illuderò che ci sia un colpevole per ogni male”

verso top – che grande cosa la musica, avere un flop e un top ne è già la dimostrazione. Una banalità seguita da una cosa difficilissima da accettare e tentare di musicare.

Levante, Vivo

“ho il destino stanco”

“non voglio perdere niente di me”

doppio verso top – protagonista di uno scarabocchio serale che riprendo. Non avevo idea che al brano l’artista avrebbe affiancato un importante cambio di look, e ho ripreso solo il cigno che ho trovato sulla copertina di uno degli album.

https://www.instagram.com/p/CoQVXB-M7bt/

Madame, “il Bene nel male”

“il cuore va tenuto dentro al petto / per poter ancora respirare”

verso flop – eh no eh! In amore vince chi rischia. Vogliamo un cuore in uno scrigno, un cuore strappato da un petto, un cuore conservato sotto salamoia… insomma no, non consigliamo la cautela. E non crediamo che non si possa respirare affidando il proprio cuore ad altri. Sanremo insegna questo e altro.

Mara Sattei, Duemilaminuti

“ho capito che non era amore, ma soltanto un / posto che avevi creato per me”

verso top – il riassunto di molte relazioni abusive, in cosa, un verso e mezzo? Poi l’interpretazione porta altrove, ma questa è un’espressione che ho trovato particolarmente felice per rendere qualcosa che felice non è.

Marco Mengoni, Due vite

“non conosco ancora bene il tuo deserto”

verso top – sarà che una mia collega cita sempre il piccolo Inferno di ognuno di noi, ma quanto distillato di cosa voglia dire non conoscere ancora bene una persona… *chefkiss*

Modà, Lasciamo

“ho bevuto il tuo bacio e ho sentito la parte / migliore di te”

verso top – classico, sì, nemmeno tanto originale forse, ma funziona, no?

Mr.Rain, Supereroi

“si nasce soli e si muore nel cuore / di qualcun altro”

verso top – niente rima particolare nè chissà che innovazione, ma mi piace tanto come espressione e rende bene

“siamo angeli con un’ala soltanto e / riusciremo a volare solo restando l’uno accanto all’altro”

verso top – in un Festival post chiusure pandemiche, questo è il messaggio che voglio sentire. Tra l’altro mostrare un angelo imperfetto, è un tocco di stile che apprezzo. Non avevo idea di come avrebbe impostato la performance ed è evidente la speranza che i bimbi possano portargli più fortuna mediatica di quanta ne augurai a Povia.

Olly, Polvere

“io davo peso alle parole / poi mi sono accorto che / mi coprivano dal Sole”

verso top – qui da ansiosa quale sono, non posso che vedere il rimuginio causato dal pensare troppo alle parole dette e non dette, al punto da costringersi da soli in un mondo fatto di sole nubi. Non credo mi piacerà una volta musicata, ma questo passaggio l’ho apprezzato molto

“io / innamorato / come i ciechi con gli odoti / come i muti coi rumori”

verso flop – ecco, qui invece manca il bersaglio, confondendo stimoli sensoriali e parole che lottano per darsi un senso tra loro. Non è sinestesia, è pasticcio. Nel mentre però ha portato una giacca rosa pastello sul palco e ho appreso che è di Genova, ho spezzato abbastanza lance per compensare? Il tentativo c’è.

Paola e Chiara, Furore

Febbraio 2023, a eoni da quel Festivalbar, io recepisco davvero che Paola e Chiara sono sorelle. L’importante è essere sempre sul pezzo. Divertenti i meme che le riportano accanto a svariate coppie viste fare magie combinate negli anime.

Rosa Chemical, Made in Italy

Dal testo non lo avrei mai detto, e invece è stato uno dei brani rivelazione della serata. Ci ho anche scommesso nel nostro personale Fantasanremo. Le unghie non sono sufficienti a distrarmi, quindi direi proprio che è merito dell’interpretazione. Complice il fatto che sia uno dei brani più ballabili delle serate dell’edizione direi che ho fatto bene a darle il mio nichelino.

Sethu, Cause perse

Un altro ligure pare, di Savona secondo ciò che ho letto. Forse l’unica proposta un pelo pop-rock, anzi, il fatto di lavorare con il gemello – che lo produce – aggiunge una quota almeno punk. Chiaro che non sia il contesto migliore in cui decantare l’anarchia nel Regno Unito, ma le loro cause perse, in particolare nel video ufficiale, le difendono bene.

Shari, Egoista

Dicono che leggere fumetti sia inutile, ma come avrei fatto ad apprezzare un completo leopardato senza il parallelo con Shanna? Il fumetto aiuta, sempre.

Tananai, Tango

“non c’è amore senza una ragazza che pianga”

verso flop – male, malissimo. Nel 2023, riterrei più opportuno – come avrebbe detto uno dei miei prof. di Filosofia – sfumare su questo argomento. L’ultima volta che ho sfumato un po’, avevo eliminato un paragrafo della mia tesi, tanto per capirsi. Ecco, avrei rimosso proprio il capitolo. C’è stato chi è stato in grado di mettere nella stessa frase “woman” e “cry” e non credo che i rastafarai lo sostituirebbero con Tananai.

Ultimo, Alba

“t’immagini se […] non dovessimo parlare per conoscerci?”

verso top – raccolgo le idee su questo e torno a scriverne

Will, Stupido

E ora stacco… buon Festival.

Fonte consultata per i testi: tv Sorrisi e canzoni n.6 anno 2023


  • Momento top della prima serata: Piero Pelù che sventola la bandiera della pace.
  • Momento top della seconda serata: Drusilla Foer.
  • Momento top della terza serata: Tom Morello all’Ariston.

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