Buongiorno miei affezionatissimi,
oggi scrivo qualche riga a caldo sul libro che ho appena terminato:
All the light we cannot see, Anthony Doerr tradotto in Italia come:
Tutta la luce che non vediamo, Rizzoli, 2015
Buona lettura!
[Ho potuto leggere questo libro grazie a NetGalley quindi tutte le mie impressioni sono da considerarsi inerenti all’edizione digitale inglese.]
Questo non è un libro da leggere sotto l’ombrellone.
Quello che ho appena concluso è un romanzo lungo, ma diviso in brevissimi capitoli, come un vaccino somministrato a piccole dosi.
La storia è – di fatto –un abile collage fatto di immagini, persone, suoni, voci. Non è una lettura da farsi tutto d’un fiato per dimenticarsi il vicino cosparso di crema idratante scaduta; è un un tomo su cui viene spontaneo fermarsi a riflettere, è un mosaico davanti al quale passare le ore cogliendo quel riflesso o quella tessera scheggiata, non è un’istantanea che può essere adocchiata distrattamente. I due protagonisti sono ingegnosi, ma mi hanno stupita di più con le loro capacità “intellettuali” piuttosto che con le scelte che intraprendono nei momenti di difficoltà.
Quindi no, non ha nessuna delle caratteristiche che mi porterebbero a consigliarlo come lettura estiva.
Detto questo, si tratta di un libro che risulta ben scritto nonostante sia tagliato e ricucito a suon di salti temporali e i due protagonisti sono validissimi espedienti per porre un sacco di interrogativi che non avevo ancora trovato in un romanzo con un’ambientazione simile. A ben pensarci credo questo sia proprio uno di quei libri che avranno migliaia di letture diverse, significati reconditi, finali alternativi, allegorie involontarie e perfino teoria cospirazioniste, tutto ciò può avere un senso se applicato a quelle pagine. Credo davvero che sia un romanzo simbolico, una delle chiavi di lettura di un conflitto mondiale che ha lasciato solchi ben più profondi delle tracce che l’autore accenna capitolo per capitolo. Si tratta di una scelta singolare e forse anche poco condivisibile, ma intuisco le ragioni che potrebbero aver portato l’autore a sottointendere -piuttosto che mostrare- alcuni aspetti della faccenda.
Per chiarire: L’ambientazione è credibile, ma la storia e i fatti sono pesantemente filtrati dai protagonisti, quindi è verosimile, ma nulla di più.
Non sono stati i dialoghi, la prosa, o i personaggi in sè a colpirmi, sono state le domande che questo libro mi ha spinta a porre al prossimo che mi hanno colpita.
Ho pensato che accennare ad un paio delle domande in questione potesse essere utile a capire cosa intendo, ma sono convinta che per ogni lettore possano variare non solo nel numero, ma anche nel contenuto. Quindi ne riporterò solo due qui di seguito:
- Che valore ha un museo per un non-vedente?
- Esiste un prezzo che non siamo disposti a pagare per proteggere le persone a noi care?
Se poi il testo sia in grado di fornire le risposte ai suddetti quesiti -beh- questo è a discrezione del singolo lettore.
Qui di seguito ciò che ho scritto al riguardo su Goodreads
In breve si tratta di un libro che non si presta ad essere letto durante le vacanze, per quanto mi riguarda si è trattato di una lettura lunga e non priva di riflessioni, quindi lo consiglio a chi sia dell’umore adatto per potersi concentrare su 531 pagine ambientate durante la II Guerra Mondiale; a tutti gli altri consiglio di attendere l’autunno per poter apprezzare meglio questa storia.
In conclusione credo di poter dire che sia stata la lettrice razionale che è in me ad aver apprezzato questo romanzo, non credo che quella emotiva lo avrebbe apprezzato altrettanto. Il coinvolgimento arriva – se arriva- solo nelle fasi finali, nei capitoli precedenti credo che lasciarsi coinvolgere sia molto più difficile. Si tratta di un libro innaturalmente lungo per una vicenda breve, che è quasi una collezione di attimi catturati un attimo prima che sfuggano via. Ecco perchè non lo consigierei a chi sia in cerca di storie che tolgano il fiato.
Un libro a cui devo interessanti riflessioni, ma non posso dire di poterlo consigliare a chiunque nè che lo rileggerei di nuovo.
Spero di aver fatto almeno un barlume di luce su quello che è il mio punto di vista.
In sintesi:
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★ ☆
Alla prossima miei affezionatissimi,
A./L.