100 Bullets di Brian Azzarello e Eduardo Risso, RW Lion (edizione italiana)
Trama: Una misteriosa organizzazione fornisce una valigetta contenente la prova schiacciante che qualcuno e non qualcosa, è stato la causa della rovina del nostro protagonista. Il tutto condito da una pistola e a 100 proiettili non tracciabili. Sarà cura di ogni protagonista decidere se e come impiegare i suddetti strumenti per approntare una vendetta coi fiocchi alle spese di chi credeva ormai di averla fatta franca.
Citazione che mi ha colpito:
“…no matter how bad your life really is…it’s still better than being dead.” [cap.3]
La mia reazione e perchè ne ho interrotto la lettura:
Probabilmente mi aspettavo qualcosa di diverso, credevo che fosse una storia di vendette mozzafiato e decisioni catartiche, non uno spaccato straziante di vite vissute, di vittime che percepiscono la loro vita come priva di significato e che rinunciano a qualsiasi aspirazione che non sia la mera sopravvivenza. In un certo senso l’intera storia è concentrata più sui peccatori che sul peccato in sè, non è tanto importante cosa ti sia stato fatto, quanto cosa tu intenda fare al riguardo.
La parentesi da fare a questo punto è che non mi considero una lettrice particolarmente suscettibile, caratteristica che mi ha permesso più di una volta di amare fumetti Vertigo, ma questo fumetto è davvero violento. Voglio avvisarvi. Perchè non faccio riferimento a tette e sangue spiattellati su più tavole, faccio riferimento a disperazione, sudore, acredine e putrefazione, mi riferisco a sordidi piani, insensate ingiustizie, tremendi soprusi e ovviamente, efferati omicidi.
Il punto di oggi miei affezionatissimi è che questo fumetto non fa più per me, ma tenterò di farvi capire meglio se può essere invece adatto a voi.
Il tratto e i colori usati sin dalla prima pagina ci gettano nei bassifondi, nelle tane della peggior feccia del genere umano, ci lasciano orfani di paesaggi idilliaci e chiariscono subito quale sia l’aria che tirerà nei capitoli successivi: si respireranno smog, tabacco e polvere da sparo in quantità, niente profumi, niente belletti. Perfino lo slang dei primi personaggi che ho incontrato è fitto di volgarità e sillabe raddoppiate, di suoni consonantici e gutturali, portandoci ulteriormente a grattare il fondo di questi spaccati violenti di vite vissute ai margini, fino ad un momento di rottura in cui improvvisamente tutto cambia, per un verso o per l’altro. [Io l’ho letto in inglese, ma immagino che in traduzione i toni risultino inalterati]
L’atmosfera mi ha ricordato quella del film Training Day di Antoine Fuqua se vi può far piacere un riferimento cinematografico.
Io attraverso un periodo in cui cerco altri tipi di storie, nonostante io abbia intuito la forza d’impatto della premessa e l’infinito potenziale in esiti interessanti, non ho più intenzione di continuarne la lettura.
Certamente si tratta di un fumetto adatto a chi sia interessato a studiare le reazioni estreme del genere umano, anche se prive di raziocinio o di classe. Ed è anche adatto a chi sà leggere tra le righe e ama seguire complessi casi dedicati alle società segrete, non sono andata molto avanti nella lettura, ma si lasciavano intravedere degli spunti interessanti concernenti appunto la società segreta che fornisce le scintille che fanno esplodere i vari protagonisti.
Una nota a favore va agli autori, che una volta prefissato il loro obiettivo di 100 capitoli lo hanno mantenuto concludendo la loro storia nei termini previsti e, pare, con l’approvazione dei loro lettori.
Con questo punto spero di avervi dato elementi a sufficienza per farvi capire che tipo di storia sia 100 Bullets; io per il momento “passo” e quindi vi invito a non aspettarvi una recensione nè un video su quest’opera in futuro.
come al solito fatemi sapere che ne avete pensato voi.
La vostra affezionatissima,
L.